“Il vuoto è l’attesa” 

“Lì da voi come va?”

“Qui siamo tutti impanicati!”

“Anche qui ti assicuro!”

“Ieri sera mi veniva da piangere…”

“Nei negozi l’odore di alcol e disinfettante è insopportabile”

“Dai, su coraggio!”

“Al supermercato tra le corsie si incrociano sguardi di terrore. I passi risuonano nel silenzio.

All’improvviso mi sono sentita senza pelle. Solo gli occhi scuri, intensi, della cassiera mi hanno riportato alla realtà di una umanità silenziosa e trasparente. Quegli occhi, che non avevo mai visto prima e che spuntano adesso all’improvviso dietro la mascherina, come due spilli neri mi inchiodano ad una gioventù sofferente, con una gran voglia di vivere… malgrado tutto.

Qui è tutto amplificato, come il rumore dei passi nelle stanze vuote. Quelle stanze che dopo Carnevale si riaprivano per essere arieggiate, pronte ad accogliere i nipoti che tornano a Pasqua. E a Pasqua non tornerà nessuno.

“Rischiamo tutti di perdere la Pasqua quest’anno!”

Il calendario segna in rosso i giorni di festa; ma il rosso è nero. È un calendario tutto nero, senza redenzione quest’anno. 

Di rosso c’è solo una Luna gigante che incombe sulla Terra stasera, come la vita… malgrado tutto. E come il virus.

Sarebbe più facile spostare la Luna, allontanare il suo flusso magnetico dalla Terra, che trovare le parole per descrivere il vuoto e l’attesa di questa sera in cui nessuno ha voglia di morire. Non ancora.”

Gianna De Lucia

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