È una notte insonne come tutte le altre dall’inizio della mia clausura e uno spicchio di luce entra nella mia stanza, così mi sono alzata, sono uscita fuori in terrazza e seduta con le gambe incrociate mi sono soffermata a guardare il cielo. 

Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella l’alba di una mattina di primavera. Sentire il cinguettio in volo degli uccelli, il canto del gallo e della civetta ti riappacifica, ti trasmette serenità, ti fa capire che è iniziato un nuovo giorno e che solo tu puoi renderlo migliore. 

Fino ad ora vivevamo tutti una vita frenetica, sempre di corsa tra casa e lavoro. Non avevamo mai il tempo di fermarci un attimo per riprendere fiato, per goderci una chiacchierata con un amico o un pranzo con i nostri familiari. 

Credevamo che bastasse questo per reputarci felici. 

Credevamo di essere invincibili, che vivendo in un’epoca moderna e super tecnologica nulla potesse colpirci.

Poi una mattina ti svegli e scopri che non è un giorno come gli altri, non devi più correre per arrivare in tempo a lavoro perché non sai quando potrai ritornarci. 

Sei costretto a fermarti per un tempo indeterminato perché un virus potrebbe danneggiare te e i tuoi cari. Così ci siamo fermati. 

Siamo rimasti a casa sopraffatti da mille emozioni e, per quanto si possa essere forti e convincersi di essere in grado di farsi scivolare qualsiasi cosa, arriva un momento in cui si scopre che bisogna buttar giù la maschera e la corazza perché non servono più. 

Abbiamo iniziato a provare paura, il terrore si leggeva nei nostri occhi pieni di lacrime mentre ci scoprivamo “deboli” di fronte ad una Pandemia ma allo stesso tempo trasmettevamo coraggio e speranza preparando cartelloni e striscioni disegnando un arcobaleno e scrivendo che “Andrà tutto bene”. 

Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo dedicati ai lavori di casa, a recuperare ciò che avevamo trascurato per mancanza di tempo. 

Non potendo uscire per andare a mangiare una pizza abbiamo comprato lievito e farina e l’abbiamo fatta noi in casa e ci siamo scoperti anche discreti cuochi divertendoci nell’inventare nuove ricette e nel creare nuovi piatti da mangiare.

Abbiamo trasformato i nostri terrazzi e le nostre finestre in un palcoscenico dove ci siamo messi a cantare e ballare le nostre canzoni preferite e dove abbiamo potuto dedicare un applauso a chi ogni giorno salva vite umane e a chi invece non è riuscito a vincere questa battaglia. 

Abbiamo intuito il vero valore dell’affetto verso i nostri cari, l’amore verso il proprio compagno o la propria compagna che molto spesso trascuravamo e davamo per scontato mentre ora daremmo via l’anima pur di proteggerli.

Abbiamo fatto un viaggio in noi stessi per capire quali fossero le nostre priorità, cosa fosse giusto, cosa sbagliato della nostra vita e quali fossero i nostri obiettivi.

Siamo tornati ad essere “NOI STESSI” perché non serve diventare qualcun altro per tenersi vicino le persone amate, se una persona ti ama davvero ti accetta per ciò che sei e resta nonostante tutto, nessuno è perfetto.

Ci siamo resi conto che la vita è soltanto una e dobbiamo goderci ogni istante per renderla meravigliosa.

Francesca Bucciero

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