È strano. Proprio adesso, durante la necessaria clausura, riemerge come richiamata da un sonno profondo la melodia ipnotica de “Les barricades mysterieuses” di F. Couperin. E mi avvolge con forza instancabile in questo imprevisto frangente. Le barricate riappaiono si materializzano e ridisegnano confini che si moltiplicano all’infinito come in un mandala.
Il globo si allarga e ci ritroviamo soli. La distanza tra gli esseri umani si dilata. E i contatti si rarefanno. Ecco barriere reali e virtuali; eppure misteriosamente qualcosa di invisibile all’occhio umano trapela, si infila, si introduce vanificando l’utilità di qualsiasi ostacolo. Ogni territorio ritorna a difendere la propria purezza: il tedesco dall’italiano, dal lombardo, dal romagnolo, dal campano, dall’irpino, dal piccolo comune che si protegge dal piccolo comune contiguo.
Barricate misteriose…
Maria Pia Amoresano, docente