Da un punto di vista biochimico è una strategia metabolica che consente agli esseri viventi, in assenza di ossigeno, di trovare una strada alternativa alla produzione di energia.

In questi giorni di lockdown tutti stiamo sperimentando nuove forme di organizzazione e di vita, ripensando gli spazi e ridistribuendo i tempi, mettendo in atto azioni alternative al nostro consolidato vissuto dei giorni normali, stiamo in qualche modo fermentando.

L’ossigeno della monotonia lascia il posto alla soffocante condizione delle nostre case e dei nostri appartamenti, che da nido si sono trasformate in carcere.

Ma è davvero così dura? Forse no. Lo scoglio da superare è stato doversi necessariamente confrontare, senza vie di fuga, con chi si convive e soprattutto con se stessi. Dopo una prima fase che altalenava tra l’euforia ed il tumulto si è ora in un momento piatto, che procede di inerzia. Un momento nuovo, stiamo cambiando.

Sta avvenendo in noi la trasformazione (o fermentazione), sta cambiando il nostro modo di mettere in fila le priorità e di gestire le risorse, ed in fin dei conti questo cambiamento non ci dispiace. 

Abbiamo reimparato il piacere della frugalità, la sorpresa dell’autoproduzione ed il valore del fare insieme per condividere. 

Quando tutto tornerà alla normalità, che non sarà più normale per nessuno, saremo pronti a mettere in circolo quanto di buono imparato a nostre spese? Mi auguro di si, in fondo ogni cellula di lievito, dopo la fermentazione continua a contribuire al gusto ed all’aroma di una buona pagnotta di pane, di pizza o di un buon calice di vino.

Vincent Renzo, enologo

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